mercoledì 11 settembre 2013

Voci di un giorno maledetto

Sono passati dodici anni da quel giorno, ma i ricordi, le immagini di quel pomeriggio,tornano nitide tutti gli anni, come un film che rivedi per l’ennesima volta…Ecco alcune emozioni  raccontate in un giorno maledetto 

...impossibile per chi come me ha vissuto in diretta quelle ore terribili. andrea



"A volte abbiamo l’impressione che cambiare il mondo sia un’impresa che necessita di molti anni, se non di interi secoli. E in molti casi è davvero così. Ci sono volte, però, in cui sono sufficienti pochi minuti per far sì che il mondo non sia più lo stesso."
tadue
11 Settembre 2001 - 11 Settembre 2013.



“Oggi 11 settembre ricordiamo tutte le vittime del terrorismo è non solo la caduta delle torri gemelle, ricordiamo coloro che sono state bruscamente portate via da questa vita da esseri che non posso essere chiamati uomini. IO DICO NO AL TERRORISMO.
Farò una preghiera per tutti quanti, anche se in Dio non credo molto.
11 SETTEMBRE 2001 per non dimenticare!”

— E non dimentichiamo vi prego!
carla



Ho i brividi, leggete.
Per non dimenticare.

Ho letto che è stata la carta a tenere acceso l’incendio nelle torri gemelle. Tutti quei quaderni, le risme di fogli per fotocopie, le stampate delle e-mail, le foto dei figli, i libri, i dollari nei portafogli e i documenti negli archivi. Erano combustibile. Forse se vivessimo in una società senza carte il mio papà sarebbe ancora vivo. Ho cercato le cartine e i disegni fino a trovare il corpo che cadeva.
Era papà? Forse.
Chiunque fosse, era qualcuno.
Ho strappato le pagine dal libro, le ho rimesse al contrario, in modo che l’ultima fosse la prima e la prima fosse l’ultima. Le ho sfogliate velocemente e sembrava che l’uomo stesse alzandosi in cielo.
E se avessi avuto altre fotografie, sarebbe volato dentro una finestra e dentro la torre e il fumo sarebbe stato aspirato nel buco da cui l’aereo stava per uscire. Papà avrebbe lasciato i suoi messaggi a rovescio finché la segreteria sarebbe stata vuota e l’aereo sarebbe volato all’indietro fino a Boston. Papà avrebbe preso l’ascensore per scendere in strada e schiacciato il bottone per l’ultimo piano. Avrebbe camminato all’indietro fino al metrò e il metrò sarebbe andato indietro nel tunnel fino alla nostra fermata.
Papà avrebbe superato il tornello all’indietro e poi fatto sfilare al contrario la sua tessera della metropolitana e sarebbe tornato a casa camminando all’indietro mentre leggeva il “New York Time” da destra a sinistra.
Avrebbe sputato il caffè nella tazza, si sarebbe sporcato i denti e si sarebbe messo i peli in faccia con il rasoio. Sarebbe tornato a letto, la sveglia avrebbe suonato al contrario, e lui avrebbe fatto i sogni al contrario. Poi si sarebbe alzato alla fine della sera prima del giorno più brutto.
Sarebbe indietreggiato in camera mia fischiettando al contrario ‘I am the warlus’.
Sarebbe stato nel letto con me.
Avremmo guardato le stelle sul soffitto, che avrebbero allontanato la loro luce dai nostri occhi.
Io avrei detto: “Niente” alla rovescia.
Lui avrebbe detto: “Sì, pulce” alla rovescia.
Io avrei detto: “Papà?” alla rovescia, che non è così diverso da papà detto normalmente.
Mi avrebbe raccontato la storia del sesto distretto, dalla voce nel barattolo fino all’inizio, da “Ti amo” a “Una volta, ma tanto tempo fa…” e saremmo stati salvi.

J.S. Foer, Molto forte, incredibilmente vicino.




“Ognuno di noi ha il suo undici settembre. Il giorno in cui succede qualcosa che rende quella data indimenticabile per sempre.”

federic




E non penso che qualcuno riuscirà mai a dimenticare le immagini di quell’11 settembre.
Io le ho perennemente nella mente, è uno dei ricordi più chiari che ho.
elebeth



Quel giorno eravamo appena entrati quando ci hanno fatto uscire da scuola. Non ci hanno detto di preciso perchè, solo che era successa una cosa brutta. Noi non abbiamo capito, credo. Oppure, non abbiamo capito che una brutta cosa poteva capitare a noi. Sono venuti tanti genitori a prendere i loro bambini ma io sono tornato a piedi. Un mio amico mi ha detto che mi avrebbe telefonato, perciò sono andato subito a vedere la segreteria e la luce lampeggiante. C’erano cinque messaggi. Tutti suoi. Del mio papà.
Diceva sempre che stava bene e che tutto sarebbe finito bene, e non dovevamo preoccuparci. Dopo che ho ascoltato i messaggi è squillato il telefono. Erano le 10.26. Ho guardato il codice di identificazione e ho visto che era il suo cellulare. Non ho alzato la cornetta. Non ce la facevo. Continuava a suonare e io non riuscivo a muovermi. Volevo alzarla ma non ci riuscivo. E’ partita la segreteria. C’è stato un bip. Poi la voce di papà.

Ci sei? Ci sei? Ci sei?

Lui aveva bisogno di me e io non riuscivo ad alzare la cornetta. Non ci riuscivo. Non ce la facevo. Lo ha domandato undici volte. Lo so, perchè le ho contate. Perchè continuava a chiederlo? Aspettava che qualcuno tornasse a casa? E perchè non chiedeva ‘C’è qualcuno?’ ‘Ci sei?’ vuol dire una persona sola. A volte penso che sapeva che ero lì. In sottofondo si sente la gente che urla e piange. E poi rumore di vetri che si rompono, ed è anche per questo che mi chiedo se stavano saltando giù.
Ho calcolato il tempo del messaggio, ed è un minuto e ventisette secondi. Questo significa che è finito alle 10.28. Che è l’ora in cui la torre è caduta. Forse è così che è morto, allora.

-Jonathan Safran Foer. Molto forte, incredibilmente vicino.



Torri Gemelle e la storia che non vogliamo imparare.


Avevo 15 anni quando è successo quel casino, ero in soffitta che parlavo a telefono con una specie di fidanzatina, e appena sceso giù ho visto mia madre pietrificata a guardare la tv e nemmeno il tempo di rivolgere i miei occhi al telegiornale e ho visto le immagini di un aereo che si andava a schiantare su una delle torri.

La prima cosa che ho detto fu : Nemmeno nei videogiochi si vedono cose del genere…

Passai l’intera giornata a vedere tutti i telegiornali del mondo, perchè ancora non potevo credere a quello che stava accadendo. L’immagine più scioccante fu quella di un uomo che, dalla disperazione, si butta dalle Torri in fiamme; fu il gesto di una persona che sapeva di dover morire e ha tentato l’ultima possibilità di salvezza. Da un lato tale gesto è incomprensibile, ma per capire certe cose bisogna viverle, e noi non abbiamo la minima idea di quello che quelle povere persone hanno provato. Nessun filmato è in grado di dirci ciò.

Questo è il ricordo che ho di quella giornata, sicuramente triste; una pagina nera di storia di cui io stesso, un giorno, parlerò ai miei nipoti e ai miei figli, che sicuramente lo studieranno nei prossimi libri.

Avendo a che fare con un percorso di studi che fa della storia la radice di tutto, queste cose mi fanno riflettere, e non poco.

Nel mio piccolo penso che sia giusto fermarsi un attimino e rivolgere un piccolo pensiero per tutte quelle vite spezzate, ma penso che sia anche giusto analizzare quell’evento da un punto di vista critico e storico.

Quello che non mi va già è che noi Italiani, e non solo, abbiamo la memoria troppo corta.

Qua ci dimentichiamo che l’Italia è un paese che ogni giorno cade sempre più a pezzi, ma l’11 settembre ci dobbiamo ricordare che sono cadute le Torri. Il mio non vuole essere populismo spicciolo, quello che voglio dire è che noi non impariamo mai niente dalla storia, ci interessiamo di quello che succede nel mondo ricordandoci dell’attentato alle Torri Gemelle, ma non abbiamo mai la voglia di fermarci anche noi e pensare che da certi episodi, forse, si potrebbe imparare qualcosa.

Gli uomini scrivono la storia, gente che durante la loro esistenza ha fatto grandi cose, ma anche grandi errori, segnando il destino di imperi, regni, tribù e anche di piccoli villaggi; e noi invece di trarre esempio da loro li ignoriamo.

Dobbiamo imparare, per una buona volta a leggere, con occhio critico ciò che avviene intorno a noi, perchè è la Storia, siamo noi a scriverla e da essa non possiamo far altro trarre degli insegnamenti.

Ricordarsi di certi eventi è assolutamente giusto, ma dobbiamo ricordarci anche che la storia non è fatta solo di morti ammazzati, ma anche di decisioni politiche che possono segnare il corso degli eventi, determinando il destino di interi popoli. Ogni giorno il mondo è protagonista di queste cose, ma purtroppo abbiamo il brutto vizio di non ricordarlo, ignorando cose che invece meriterebbero maggiore attenzione.

Anche con l’Italia è stato cosi. Il nostro operato, come popolo, ha influenzato il presente e influenzerà sicuramente anche il futuro, e ora stiamo vivendo il frutto delle nostre stesse azioni, dove troviamo un paese in rovina, governata da una classe politica che di politica ha ben poco, composta sempre dalle stesse persone che pensano solo al proprio tornaconto, ma che abbiamo sempre votato, perchè non abbiamo avuto la bontà di imparare nulla dai nostri stessi errori.

Ogni giorno la Storia ci manda dei messaggi, ma noi non li vogliamo ascoltare e questo si ripercuoterà sui nostri stessi figli.

L’attentato alle Torri Gemelle per chi l’ha vissuto è un dramma, ma per uno storico come me è un evento da tenere ben in considerazione scrivendolo dappertutto, un qualcosa da tramandare ai posteri con questo messaggio:NON PERMETTETE CHE CERTE TRAGEDIE SI RIPETANO.

Questo è l’obbiettivo della Storia, salvare l’uomo dai suoi stessi errori.

Rifletteteci.
thepathofhonor

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